<< Una nube di strazio, nera, l’avvolse:
con tutte e due le mani prendendo la cenere arsa
se la versò sulla testa, insudiciò il volto bello;
la cenere nera sporcò la tunica nettarea;
e poi nella polvere, grande per un gran tratto disteso,
giacque, e sfigurava con le mani i capelli, strappandoli. >>Iliade, XVIII, vv. 22-27
Secondo anno di università, corso di letteratura.
Quel giorno il nostro professore era più monotono del solito. Scrivevo ciò che stava dicendo, senza realmente prestare attenzione alle parole.
Mi guardavo intorno e i miei compagni erano spenti quanto me. Alcuni avevano smesso di scrivere, altri fissavano il vuoto, scrivendo ogni tanto qualche parola, giusto per fare il proprio dovere.
Sto per adeguarmi al resto dell’aula, scivolando lentamente nell’oblio per salvarmi dalla noia, quando ad un certo punto inizio a captare alcune parole dette dal professore. Qualcosa a proposito di eroi del passato, di antica Grecia, lacrime e di un libro che ne parla.
Vedo uno spiraglio. Mi si accende una lampadina, mi sveglio di colpo e guardo il professore aspettando di sentire di più.
Ecco che il libro di Matteo Nucci “Le lacrime degli eroi” entra nella mia vita.
Gli eroi della storia antica, della mia amata Grecia, piangono. Si disperano, si tormentano, singhiozzano, si gettano per terra dando sfogo al proprio dolore.
Lo scrittore qui pone l’accento su qualcosa che spesso, prendendo in mano una copia di Odissea, Iliade, Eneide e altri testi entrati nella storia, non si nota. Quante volte li abbiamo riletti concentrandoci sulle parti principali, l’azione, gli dei, la guerra, gli intrighi, gli amori?
Ma il pianto? Achille, che soffre per la morte dell’amato Patroclo quasi fino a perdere le forze. Ulisse, che geme e si dispera per le tante sofferenze subite e per l’agognato ritorno in patria.
Piangono Agamennone, Ettore, Menelao, Telemaco, Patroclo e Priamo. E anche molti altri, lo avevate notato?
I grandi eroi del passato piangono senza vergogna, senza risparmiarsi, non temono di essere visti in lacrime neppure dai nemici. Questo è il messaggio che trapela dal libro di M. Nucci. Lo scrittore ripercorre la storia, non solo dei personaggi, ma anche degli stessi autori che non risparmiano critiche l’uno verso l’altro e che puntano il dito soprattutto contro Omero.
Un libro profondo, da leggere con attenzione, consigliato a tutti coloro che amano i testi omerici e in generale le storie degli antichi eroi. Leggerlo mi ha aiutato tantissimo a capire questi personaggi, a notare una loro più profonda personalità, riflesso della società del tempo. Però mi ha anche aiutata a capire meglio me stessa.
Qualcuno lo aveva già letto? Chi aveva già notato il pianto degli eroi omerici?
Valentina
Non ho letto il libro in questione, ma da brava classicista m’è toccato tradurre i piagnistei di fin troppi eroi! Provvederò a leggere non appena lavoro e studio mi daranno tregua! 😉
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Forse l’aspetto più scioccante non riguarda il pianto in sé, quanto piuttosto il non provare alcuna vergogna nel farlo, nonostante siano guerrieri. Oggi se vedessimo un uomo grande e grosso buttarsi a terra, strappandosi i capelli forse la nostra prima reazione sarebbe di imbarazzo, perché “gli uomini non piangono”. Comunque se sei una classicista allora forse ti piacerà 😉 tienimi aggiornata!
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