«In una prosa limpida e asciutta, come nello stile classico di Omero, l’autrice ci fa sentire vicini questi fanciulli immortali per i quali ninfe del mare e centauri non erano leggende ma realtà»
THE WASHINGTON POST
Cari amici Divoratori,
eccoci pronti per una nuova recensione. Questa volta andiamo a scoprire qualcosa ancorato al passato sì, legato alla mitologia sì, come avrete oramai capito – penso – nel mio stile sì, MA non qualcosa di vichingoso/norreno. No, ho selezionato per voi una piccola chicca della storia greca. Si tratta di un libro in cui storia, cultura e mitologia si mescolano, creando un mix unico ed emozionante. Vi interessa la Guerra di Troia? Siete intrigati dalla figura di Achille? Se le risposte sono affermative, allora questo libro potrebbe fare al caso vostro.
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- Titolo: La canzone di Achille
- Autore: Madeline Miller
- Editore: Solzogno
- Genere: Romanzo storico-mitologico
- Pagine: 382
- Traduttore: Matteo Curtoni e Maura Parolini
- Data di pubblicazione: aprile 2013
- Prezzo: 31,57€ cartaceo copertina rigida (Amazon) / 9,35€ cartaceo copertina flessibile (Amazon) / 7,99€ eBook (Amazon)
- Sinossi: Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, amici prima e poi amanti e infine anche compagni d’arme – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, a cui la dottrina non ha limitato o spento la fantasia creatrice, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i Greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride.
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Achille. Il Pelide. Figlio di Peleo. Piè veloce.
Tutti conosciamo questa figura storico-mitologica, spesso associata esclusivamente a sangue, battaglie e armi. Infatti il giovane guerriero sceglie di andare a combattare a Troia, nonostante gli avvertimenti della madre Teti sulla brevità della sua vita se approderà sulle bianche spiegge troiane. La mitologia è questo che mette in mostra. Achille però è sempre stato molto più di questo. Un guerriero invincibile, un figlio degli dei, un capo vigoroso, un amante straordinario, un implacabile nemico. Sicuramente quest’uomo è stato tutto questo, ma anche di più.
Cercherò, proprio attraverso questo libro, di mostrarvi i lati nascosti di questo personaggio così vivo e reale, da farlo uscire dalle pagine vergate per farlo camminare tra noi come un essere umano in carne ed ossa. Perchè, miei cari lettori, è così che io lo vedo, è così che lo vedo da molti anni oramai, da quando ho scritto la mia prima tesi su di lui.

Eh sì, apro un inciso su questo punto: la mia tesi triennale in Lettere con indirizzo archeologico si è basata interamente sulla figura di Achille, sulle sua sfaccettature e sul culto eroico ad egli connesso. Ho approfondito la sua personalità, l’ho analizzata, ho cercato di studiare i suoi comportamenti così come Omero e tutti gli altri ce lo hanno tramandato, così come l’arte lo ha ritratto e scolpito, così come il cuore mi diceva di vederlo. Potreste stupirvi, come potreste non condividere, sappiate solo che: non tutto è come appare.
L’incontro tra i protagonisti di La canzone di Achille, Patroclo e Achille, è del tutto casuale, conseguenza di un gesto impulsivo dell’uno e della magnanimità del padre dell’altro. Fin dalle prime pagine viene rimarcata la differenza abissale che c’è tra i due quanto ad aspetto, valore, carattere e carisma, ma presto supereranno le loro storie passate apparentemente inconciliabili e non si lasceranno spaventare dai progetti per l’avvenire che rischiano di allontanarli. Quello che conta è stare insieme a ogni costo, crescere vicini, affrontare il destino uniti, loro così diversi, per tutto il tempo della loro giovinezza, fino alle tragiche vicende della guerra di Troia, oltre il volere di Teti che vorrebbe fare di Achille un dio; ma “gli dei erano freddi e distanti, lontani come la luna, e non avevano nulla dei suoi occhi vivaci, del calore divertito del suo sorriso”.
Madeline Miller narra tutto questo dal punto di vista di Patroclo rendendo il lettore partecipe della loro, dapprima cauta amicizia, e successivamente del loro intimo e completo amore. La storia inizia con un Patroclo giovanissimo, goffo e timido, lontanissimo dall’ ideale valoroso e forte che invece è impersonato dal giovane Achille e che vorrebbe vedere in lui il severo padre nonchè re, Menezio. A soli nove anni Patroclo giunge a Sparta, alla corte del Re Tindaro per la cerimonia che prometterà in sposa una delle sue figlie, Elena, ad uno dei valorosi pretendenti arrivati in città portando preziosi doni come regalo. Elena viene promessa a Menelao, e la schiera di principi rimasti, compreso Patroclo, giurano fedeltà e lealtà alla coppia, promettendo di difenderli fino alla morte. Questa promessa verrà mantenuta diversi anni dopo quando la guerra di Troia, a causa della fuga di Elena tra le braccia di Paride, radunerà nuovamente tutti quei famosi e gloriosi personaggi.
Ma la vita di Patroclo è a un bivio. A causa di un episodio nel quale porrà fine involontariamente e accidentalmente alla vita di un giovane ragazzo, Patroclo viene esiliato ed ospitato nel regno del magnifico re Peleo. Da qui inizia la nuova rinascita del giovane grazie e soprattutto alla vitalità lucente ed abbagliante di Achille, il principe di Ftia. Insieme percorreranno a passi leggeri ed incerti la strada verso il delicato sbocciare della loro amicizia e verranno sorpresi dall’incedere inarrestabile del loro amore. Amici, complici, amanti e compagni di battaglia. Patroclo e Achille diventeranno l’uno la compensazione dell’altro. Così diversi ma così uniti da un amore sincero, indissolubile, contrastato ma inespugnabile. Il loro cammino, il loro percorso di vita, si intreccerà inseparabile al loro infausto destino. Giovani, belli e forti, troveranno l’amore e successivamente la morte tra i confini di Troia. Madeline Miller intesse la trama di una storia a lungo declamata e leggendaria, con la vita di due ragazzi poi uomini i cui fili del loro destino verranno tragicamente mossi dalla volontà e dalla profezia degli Dei.
Con estrema chiarezza e semplicità, l’ autrice ci descrive in ogni suo anfratto, la crescita di Patroclo e l’amore indissolubile nei confronti del principe Achille. Con sapiente eleganza ed abilità, ci regala un romanzo speciale, emozionante, vivido. Sappiamo già come andrà a finire, ma restiamo comunque legati alle pagine del libro per scoprire, con fervida curiosità e irresistibile magnetismo, la fine di un tragico ma appassionante legame.
Durante la lettura è stato piacevolmente sorprendente riconoscere molti personaggi famosi della mitologia, generalmente tratteggiati dall’autrice con il garbo, l’affetto e la precisione di chi ha amato e studiato questi soggetti e le loro vicende; gli amanti della mitologia sorrideranno in particolare leggendo i dialoghi tra l’affettuoso e il cameratesco di cui sono protagonisti Odisseo e Diomede. Non solo: un altro spunto seducente e che fa viaggiare con la mente è quello che nasce dalla descrizione delle ambientazioni, specie nella prima parte del romanzo. Le descrizioni degli idilliaci paesaggi naturali che fanno da cornice alle vicende dei due giovani, chiaramente ispirate ai classici della letteratura, trasportano lontano il lettore, che ricorderà facilmente lo splendore della vegetazione e la purezza delle acque greche; d’altro canto l’austera calma delle sale di rappresentanza dei re creano un’atmosfera elegante e sospesa che sa di intrighi, eroi, principesse, come quella che si respira all’interno dei siti archeologici.
Nel romanzo, tuttavia, mancano momenti di vera tensione, di suspense reale, forse complice il fatto che la storia è quella celeberrima tramandata dalla tradizione. Comunque, forse, è proprio il tipo di rapporto che c’è tra Achille e Patroclo ad essere praticamente privo di turbamenti; il loro sentimento, una volta nato, ha un che di necessario, per chi lo vive e per chi ne è spettatore. Nonostante tutto, nonostante non sia del tutto onorevole per un ragazzo dopo una certa età avere un amante, tutti lo accettano: Peleo per primo, poi Chirone, poi tutti i guerrieri riunitisi a Troia. È come se il loro rapporto avesse il carattere dell’ineluttabilità, che si intona così bene con le vicende del destino di Achille: comunque vada, insieme.
Se è vero che Achille è la stella del romanzo, una scelta narrativa particolarmente azzeccata è stata quella di presentare situazioni, sentimenti e personaggi attraverso la prospettiva tutta umana di Patroclo che, lungi dall’essere un eroe, riesce a cogliere l’aspetto più profondo e più autentico delle persone, grazie al suo carattere fortemente empatico (come ad esempio nel caso di Deidamia e Briseide), e sa vivere la disgrazia e la disperazione come anche la gioia e l’appagamento da vero mortale, quindi, come lo vivrebbe ognuno di noi. È così per il profondo disagio che gli procura il padre, l’affetto e la commiserazione per la madre, la rabbia incontrollata per la provocazione di un compagno, l’amore per Achille… In altre parole, Patroclo sa vivere appieno e analizzare il presente, e se è imperfetto è perché è un personaggio reale e genuino, in cui il lettore si può immedesimare; in confronto, Achille appare più distaccato, lontano, come una statua, o un’autentica divinità, soprattutto quando la prospettiva della gloria eterna, il suo destino, arriva come un velo ad offuscargli la mente.
La canzone di Achille sarà particolarmente apprezzato dagli appassionati di cultura classica e da chi ama le storie intense e gli amori assoluti. Riesce a portare il lettore tra le virtù, i difetti, le paure e le speranze di un uomo sensibile e fragile come Patroclo. Non potrete non rimanere coinvolti ed affezionati ad un personaggio del genere, la cui figura rimarrà strettamente legata ad un altro personaggio, la sua antitesi, Achille. Un uomo il cui potere sarà in grado di oscurare ogni altro personaggio, ma non Patroclo. Lui, la sua bontà d’ animo, la sua naturalezza, la sua adorazione per Achille rimarrà impressa nel lettore, grazie ad un romanzo semplice ma incredibilmente avvincente.
Dunque, tutto questo papiro, solo per farvi apprezzare questo libro e in particolare i suoi personaggi. Achille vive attraverso le parole e le emozioni di Patroclo, vive per arrivare a noi in un modo completamente diverso dal consueto e dall’immaginario comune.
E voi avete letto questo libro? Cosa ne pensate? Anche per voi Achille è tutto da scoprire? Un eroe lontano portato al nostro fianco dalla Miller?
Divoratelo e fatemelo sapere qui nei commenti, mi raccomando!
NOTA SULL’AUTORE
Madeline Miller è nata a Boston, ha un dottorato in lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Attualmente vive a Narberth, Pennsylvania, con il marito e due figli. Il suo primo romanzo, La canzone di Achille, è stato un successo internazionale, ha vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue. Il suo secondo romanzo, Circe, pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2018, ha scalato le classifiche dei libri più venduti del New York Times e del Sunday Times ed è stato “libro dell’anno” per le principali riviste letterarie americane.
VOTO:
PS: curiosità su di me. Per quanto Achille significa per me, la mia migliore amica mi ha regalato un anello personalizzato con una riproduzione di Achille benda Patroclo, un vaso a figure rosse del Pittore di Sosia, conservato all’Altes Museum di Berlino ❤
Carlotta ~ Il profumo dei Libri
L’autrice de “La canzone di Achille” é stata veramente coraggiosa: andare a toccare i classici, umanizzare i personaggi mitici dando loro sentimenti e considerazioni dell’uomo contemporaneo é un’operazione che può esporre a molte critiche da parte degli studiosi di letteratura latina o greca. Ma l’autrice ha osato farlo e ha fatto bene perché il risultato è una bellissima storia d’amore.
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