Come si scrive una recensione su questo libro?
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La risposta è che non lo so, ogni volta che ho di fronte un romanzo particolarmente conosciuto e complesso mi ritrovo, sistematicamente, in difficoltà nell’esprimere il mio parere.
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Titolo: Uomini e topi
Autore: J. Steinbeck
Editore: Bompiani
Genere letterario: Narrativa di genere
Pagine: 139
Trama: La storia di un’amicizia profonda tra due uomini, due braccianti stagionali in California che condividono un sogno. George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, dove la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come “i migliori progetti predisposti da uomini e topi” (è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi. Il ritratto di un’America soffocata dalla crisi e di un’umanità gretta e gelosa nella drammatica rappresentazione di un maestro della letteratura. Scritto nel 1937 e destinato a un pubblico di uomini semplici come George e Lennie, “Uomini e topi” è una breve storia ricca di dialoghi, un piccolo gioiello di scrittura, pensato da Steinbeck per essere messo in scena in teatro e al cinema: e così è successo, sul grande schermo e a Broadway. Ma “Uomini e topi” resta prima di tutto un romanzo indimenticabile. Questa edizione propone nella nuova traduzione di Michele Mari un racconto di impegno, solitudine, speranza e perdita che resta uno dei libri più letti e più amati della letteratura mondiale. Introduzione di Luigi Sampietro.
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𝙐𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞 𝙚 𝙩𝙤𝙥𝙞 è proprio quel genere di romanzo che penso di non saper descrivere. Quindi partiamo da qualcosa di semplice: mi è piaciuto? Si, moltissimo.
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Mi aspettavo una prosa più complessa da seguire e invece ho scoperto uno stile narrativo scorrevole, diretto e piacevole. Mi hanno molto colpito le descrizioni dei paesaggi e delle atmosfere californiane degli anni ’30, il tutto è contornato da un sottofondo di miseria e solitudine, tipica del periodo della Grande Depressione che segue la crisi di Wall Street. Ma ciò che davvero è protagonista del romanzo è l’amicizia tra due uomini, che vivono proprio l’illusione del sogno americano.
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George e Lennie sono due braccianti stagionali che si spostano di ranch in ranch, per mettere da parte un “gruzzolo” che gli consenta di acquistare un po’ di terreno e vivere in tranquillità. È il loro più grande desiderio e si crogiolano alla sera davanti al fuoco sognando il giorno in cui riusciranno ad realizzarlo.
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I due formano una strana coppia: George, piccoletto e sveglio, Lennie, un gigante buono, affetto da un ritardo mentale e che non riesce a controllare la sua forza. Viaggiano insieme e affrontano un’esistenza per nulla semplice, soprattutto a causa di Lennie e della sua forza. La loro vita cambia per sempre una volta giunti in una nuova fattoria.
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Avevo inteso il finale sin dall’inizio (perché piano piano la narrazione svela al lettore come le cose andranno) tuttavia sentirlo descrivere, con deliberata lentezza, è stato straziante. Questo romanzo, per quanto piccolo sia, mi ha davvero portata vicino alle lacrime per la sua intensità.
Leggerlo per me era “un test” per capire se lo stile dell’autore facesse al caso mio. Direi che l’ho capito, e molto bene, visto e considerato che ora voglio leggere tutto di Steinbeck, 5/5 ⭐⭐⭐⭐⭐
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E voi l’avete letto? Cosa pensate di questo autore? Il prossimo che leggerò sarà 𝑳𝒂 𝒗𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝑬𝒅𝒆𝒏☺️
Valentina ✦