Recensione : Teutoburgo – Valerio Massimo Manfredi

Buongiorno Lettori,
oggi vi parlo di uno dei libri del mio autore preferito, Valerio Massimo Manfredi.
Inizio col dire che amo molto il suo modo di scrivere. Quando leggo I suoi romanzi mi ritrovo immersa in quei luoghi storici, vivendo le avventure dei protagonisti.
Questo libro, ahimè, e mi dispiace molto dirlo, non mi ha coinvolto ed entusiasmato come di solito sa fare.
Ma prima veniamo alla scheda del libro :

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Titolo: Teutoburgo
Autore:Valerio Massimo Manfredi
Editore : Mondadori
Pagine: 360
eBook : IBS £ 9,90
CartaceoIBS £ 11,90

Sinossi: È un giorno di sole quando Armin chiama suo fratello Wulf, per mostrargli un prodigio: la costruzione della “strada che non si ferma mai”. Una meraviglia che li lascia senza fiato, il miracolo tecnico dei nemici romani, capaci di creare dal nulla una strada che attraversa foreste, fiumi, paludi e non devia nemmeno davanti alle montagne. Improvvisamente i due sentono dei rumori: è una pattuglia romana. Armin e Wulf sono catturati dai soldati. Nel loro destino però non c’è la morte, né la schiavitù. Perché Armin e Wulf sono figli di re. Sigmer, il loro padre, è un guerriero terribile e fiero, principe germanico rispettato e amato dalla sua tribù. La sua sola debolezza era l’amicizia segreta con Druso, il grande nemico, il generale romano precocemente scomparso che Sigmer, di nascosto, ha imparato a conoscere e ad ammirare. I due giovani devono abbandonare la terra natale e il padre per essere condotti a Roma. Sono principi, per quanto barbari. Saranno educati secondo i costumi dell’Impero fino a diventare comandanti degli ausiliari germanici delle legioni di Augusto. Sotto gli occhi dell’inflessibile centurione Tauro, impareranno una nuova lingua, adotteranno nuove abitudini, un modo diverso di pensare. E come possono Armin e Wulf, cresciuti nei boschi, non farsi incantare dai prodigi di Roma? I due ragazzi diverranno Arminius e Flavus, cittadini romani. Ma il richiamo del sangue è davvero spento in loro? La fedeltà agli avi può portare alla decisione di tradire la terra che li ha adottati?

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Ci troviamo di fronte a due popoli : una Germania ancora barbarica e una Roma nella sua espansione.
La storia è interessante. Entriamo nelle vite di questi due fratelli, Armin e Wulf. Due fratelli che si ritrovano a prendere due strade diverse.
Uno accetta la soggiogazione romana, e il cambio del suo nome in latino, l’altro invece non riesce nel suo cuore ad accettarla ed abbandonare il suo popolo di origine.
Purtroppo, come anticipavo all’inizio dell’articolo, questo romanzo non mi è piaciuto tanto quanto altri di Manfredi.

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Non è riuscito a catturarmi a tal punto di farmi avere un coinvolgimento sia con la storia che con i vari personaggi. Ho avuto l’impressione di non arrivare mai a momento decisivo , come se mancasse qualcosa.
Si lascia leggere questo sì perché la scrittura di Manfredi è piacevole ma la storia non cattura. È poco coinvolgente. In determinati punti, si coglie la mancanza di quel dettaglio in più , che avrebbe arricchito il racconto e avrebbe appassionato il lettore.

La parte che ho trovato più avvincente, è la descrizione della battaglia, dove Manfredi è sempre eccezionale, ma purtroppo questo non basta.
Nelle ultime 50 pagine è come se volesse concludere velocemente senza addentrarsi nel raccontare nuovi passaggi.
Di fatti anche momenti importanti del protagonista, in particolare un avvenimento cruciale, risulta talmente frettoloso e poco dettagliato che non suscita emozioni.
Devo ammettere che mi ha coinvolto di più la sua nota nelle ultime pagine del libro, dove racconta la storia effettiva, i riferimenti storici, ecc… arrivando persino a commuovermi nella descrizione di determinate vicende dei personaggi.

E voi che ne pensate? L’avete letto? Avete avuto le mie stesse impressioni? E in particolare, cosa ne pensate di Manfredi?
Aspetto I vostri commenti 🙂

Se siete curiosi di leggere l’anteprima del libro, vi lascio i link : Anteprima

Ely Aurora – Il Profumo dei Libri

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