< Andiamo alla casa abbandonata. >
L’idea era di Shōta. Diceva che c’era una casa abbandonata che sarebbe stata perfetta.
< Perfetta in che senso? > chiese Atsuya, guardandolo dall’alto in basso. Oltre a essere piccolo di statura, Shōta aveva ancora la faccia da ragazzino.
< Perfetta vuol dire perfetta. Ideale per rimanere nascosti per un po’. L’ho scoperta per caso quando sono venuto qui in perlustrazione, ma non pensavo che avremmo dovuto usarla sul serio. >
< Scusate, tutti e due. > Kōhei si fece piccolo nonostante la sua corporatura massiccia. Guardava sconfortato la vecchia Nissan Crown, ferma lì accanto. < Non mi sarei mai immaginato che la batteria si sarebbe scaricata proprio adesso. >
Atsuya lasciò andare un sospiro: < Dirlo non serve a niente. >
< Sì, ma che sarà successo? Non aveva dato problemi finora e non mi sono nemmeno dimenticato i fari accesi. >
< Sono gli anni che ha >, spiegò Shōta. < Hai visto quanti chilometri ha fatto? Più di centomila, è come se avesse raggiunto la vecchiaia. E’ arrivata alla fine della sua vita, ha corso fino a qui e poi si è spenta. Per questo ti avevamo detto di rubarne una nuova! >
L’Emporio dei Piccoli Miracoli – Keigo Higashino