Primavera 1521.
Udivo un rullo attutito di tamburi, ma non vedevo nulla tranne il pizzo sul corpetto della dama che mi stava davanti e mi ostruiva la vista del patibolo. Era più di un anno che vivevo a corte e avevo assistito a centinaia di eventi mondani, però mai a uno come questo.
Spostandomi un po’ di lato e piegando il collo riuscii a scorgere il condannato, accompagnato dal prete, che procedeva lentamente dalla Torre verso la zona erbosa dove lo aspettavano la piattaforma di legno, il ceppo piazzato al centro e il boia in maniche di camicia, con un cappuccio nero che gli copriva la testa. Sembrava più un masque, una rappresentazione allegorica, che un evento reale. Il re, seduto sul trono, appariva distratto, come se stesse ripassando tra sé e sé il discorso con cui avrebbe concesso il perdono.
Ely Aurora ∼ Il Profumo Dei Libri