In seguito avrebbero detto che l’uomo era giunto da nord attraverso la porta dei Cordai. Era a piedi e conduceva un cavallo carico per le briglie. Era pomeriggio avanzato, le bancarelle dei cordai e dei sellai erano già chiuse, la strada deserta. Nonostante il caldo, l’uomo aveva un mantello nero gettato sulle spalle. Attirava l’attenzione.
Si fermò davanti all’insegna della Vecchia Narakort e rimase un attimo ad ascoltare il brusio delle voci. La locanda, come al solito a quell’ora, traboccava di gente.
Lo sconosciuto non entrò alla Vecchia Narakort. Proseguì verso la fine della strada, dove si trovava una taverna più piccola chiamata La volpe. Era quasi vuota. Non aveva la migliore delle reputazioni.
Il taverniere sollevò la testa da un barile di cetrioli in salamoia e squadrò il cliente.
Lo straniero, sempre col mantello indosso, se ne stava davanti al banco impettito, immobile, in silenzio.
< Che vi do? >
< Una birra >, rispose lo sconosciuto. Aveva una voce sgradevole.
Il taverniere si pulì le mani sul grembiule di tela e riempì un boccale di terracotta sbreccato.
Pur non essendo vecchio, lo sconosciuto aveva quasi tutti i capelli bianchi. Indossava un logoro farsetto di cuoio allacciato al collo e alle braccia. Quando si tolse il mantello, tutti notarono che aveva una spada legata sulla schiena con una cinghia. Non che vi fosse qualcosa di strano di per sè, a Wyzima quasi tutti giravano armati, ma nessuno portava la spada sulla schiena come un arco o una faretra.
Il guardiano degli innocenti – Andrzej Sapkowski